Miei cari e preziosi fratellini,
torno a scrivervi per condividere con voi alcune considerazioni che credo dobbiamo rimettere al centro della nostra attenzione.
L'opera che Dio sta compiendo attraverso il nostro Si, è un'opera grande e meravigliosa. Ne avverto ogni giorno le vertigini. Ma questo nostro Si non deve mai essere confuso con qualche momento emotivo che è già archiviato nelle cose "già viste" e "già fatte". Il primo vero discernimento che dobbiamo imparare è la differenza tra la "pancia" e il "cuore". La Fraternità è un educazione che Dio sta operando dentro la nostra vita con il cambiamento del "cuore", e non della "pancia"..."toglierò da voi il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne....". Questa educazione non ci cambia le emozioni, cambia la parte più profonda della nostra vita.
Educazione, nel vangelo, non è psicologia, pedagogia, filosofia, meditazione, riflessione, respirazione, oroscopo, chiaroveggenza....e chi più ne ha più ne metta. Educazione, nella logica del Vangelo, è ciò che Gesù ha fatto con i suoi discepoli. Egli è stato con loro...."...li chiamo perchè stessero con Lui e perchè andassero..."...Il Vangelo ci ricorda che la chiamata che Gesù fa dei suoi discepoli ( e quindi anche la nostra) è una chiamata fatta non solo di verbi in uscita..."andare", ma è innanzitutto fatta di un verbo importantissimo: "stare". Stare con Lui....Gli esercizi di realtà sono un puntare i piedi in questo verbo. Non possono e non devono diventare opzionali. Per noi non è opzionale "stare" con Lui nella maniera che Egli stesso ha suscitato in noi. Questa maniera sono gli esercizi di realtà.