martedì 3 settembre 2013

La vendemmia del diavolo.... (Lettere dal cane/3)


Miei preziosi fratellini,

mi faceva sempre molto sorridere quando in seminario minore, arrivando all'inizio dell'estate e quindi delle vacanze, il nostro padre spirituale citava un'antico adagio in voga nei seminari: "ricordatevi che l'estate è la vendemmia del diavolo". 
Diavolo? 
Cos'è questo diavolo?
Cos'è il male?
Ma posso ancora credere a tutto questo?
Il male non è forse un'azione sbagliata il cui unico responsabile è e rimane l'uomo?

Le "antenne" degli esercizi di realtà... (Lettere dal cane/2)


Miei cari e preziosi fratellini,

torno a scrivervi per condividere con voi alcune considerazioni che credo dobbiamo rimettere al centro della nostra attenzione.

L'opera che Dio sta compiendo attraverso il nostro Si, è un'opera grande e meravigliosa. Ne avverto ogni giorno le vertigini. Ma questo nostro Si non deve mai essere confuso con qualche momento emotivo che è già archiviato nelle cose "già viste" e "già fatte". Il primo vero discernimento che dobbiamo imparare è la differenza tra la "pancia" e il "cuore". La Fraternità è un educazione che Dio sta operando dentro la nostra vita con il cambiamento del "cuore", e non della "pancia"..."toglierò da voi il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne....". Questa educazione non ci cambia le emozioni, cambia la parte più profonda della nostra vita. 
Educazione, nel vangelo, non è psicologia, pedagogia, filosofia, meditazione, riflessione, respirazione, oroscopo, chiaroveggenza....e chi più ne ha più ne metta. Educazione, nella logica del Vangelo, è ciò che Gesù ha fatto con i suoi discepoli. Egli è stato con loro...."...li chiamo perchè stessero con Lui e perchè andassero..."...Il Vangelo ci ricorda che la chiamata che Gesù fa dei suoi discepoli ( e quindi anche la nostra) è una chiamata fatta non solo di verbi in uscita..."andare", ma è innanzitutto fatta di un verbo importantissimo: "stare". Stare con Lui....Gli esercizi di realtà sono un puntare i piedi in questo verbo. Non possono e non devono diventare opzionali. Per noi non è opzionale "stare" con Lui nella maniera che Egli stesso ha suscitato in noi. Questa maniera sono gli esercizi di realtà.

lunedì 2 settembre 2013

Vocare (Lettere dal cane/1)



Vorrei chiarire il senso di fondo della "chiamata alla fraternità". Essa non è "propaganda", nel senso che non va venduta come una nostra idea bellissima a cui far innamorare anche gli altri. Essa è Una "vocazione", cioè una "chiamata di Dio". 

Dopo la "chiamata" alla fede, ciascuno di noi riceve una "chiamata" specifica che lo introduce in una sorta di "vita vera", più intensa, più profonda, più appassionata, appunto più vera. Da cosa la si riconosce che è "più vera"? dal coinvolgimento della nostra libertà. Essa esige da noi una decisione. Senza questa decisione non si dà nessuna  "vita vera". Esattamente come quando si ama qualcuno: non si può parlare di amore finchè non si decide di amare,. Senza questa decisione c'è solo innamoramento, e l'innamoramento è destinato a finire perchè è come un'antipasto... L'amore invece è come il vino, più passa il tempo, più invecchia, più diventa buono e prezioso. Ma ciò che lo rende "vino buono" è l'unione di queste due caratteristiche: "La Grazia che ci chiama", che ci pro-voca (chiamare per),e la decisione personale che io prendo consapevolmente e con tutto me stesso. 

Fatta questa premessa il nostro principale lavoro e impegno deve essere: "pregare il padrone della messe perchè mandi operai nella sua messe".