L’ Aquila, 9 agosto 2012
Memoria di Santa Teresa
Benedetta della Croce
Al reverendissimo
don Luigi Maria Epicoco
Parroco della Parrocchia
Universitaria “S. Giuseppe Artigiano”
L’ Aquila
Carissimo don Gino,
ho ricevuto oggi la tua
lettera, con la quale mi parli del progetto della “Fraternità”. L’ ho letta
attentamente. Poi ho potuto parlare anche con te e mi hai spiegato meglio il “progetto”.
Più tardi ho celebrato la S. Messa (questa mattina non avevo celebrato). E mi
sono accorto che oggi è la festa di S. Teresa Benedetta della Croce, Edith
Stein, nata in una famiglia ebrea a Breslan nel 1891 (ultima di molti fratelli)
e morta nella camera a gas di Auschwitz – Birkenau nel 1942. Edith è una
personalità affascinante: ebrea e cristiana, filosofa e pedagoga, antesignana
di una nuova immagine femminile, intellettuale e carmelitana e oggi venerata
nella chiesa dei santi della Chiesa Cattolica. Questa festa di S. Teresa
Benedetta della Croce mi sembra un bel “segno” dall’ alto: il primo, piccolo
passo di un'approvazione, da parte della Chiesa di questo cammino spirituale,
che interessa soprattutto ragazzi e ragazze universitari, si compie proprio
nella memoria liturgica di una grande santa moderna, martire, Patrona d’ Europa
e grande apostola nel mondo della cultura. Raccomandiamo anche ad Edith, allora,
questo piccolo ma affascinante
progetto.
Carissimo don Gino, tu sei
venuto a chiedermi un consiglio e una conferma. Ed io, come Pastore di questa
Chiesa all’ Aquila, consapevole della grandissima importanza di tutto ciò che
si fa per i giovani e, in particolare per i giovani universitari, mi sento di
poter dare questi umili e semplici suggerimenti:
1 1. Innanzitutto
ringrazio insieme con te il Signore, perché ha ispirato a te ad alcuni giovani di iniziare questa esperienza. Essa
certamente viene da Dio. Perciò continuate fiduciosi nel cammino intrapreso. E
lo Spirito Santo vi illumini sempre di più e vi suggerisca ciò che è più giusto
ed utile per voi, che avete già iniziato il cammino, e per quanti in seguito
saranno coinvolti in questa bellissima avventura.
2 2. Carissimo
don Gino, continua intanto a
pregare (e fai pregare molto i giovani) perché tutto diventi tutto più chiaro e
si compia unicamente la volontà di Dio. Mi piace a questo proposito riportare
alcuni pensieri di Edith Stein: «In
fondo, ciò che devo dire è sempre una piccola, semplice verità: come imparare a
vivere con la mano nella mano del Signore». E ancora: «Dio conduce ciascuno per
una via particola: l’ uno arriva più facilmente e più presto alla metà di un
altro. Ciò che possiamo fare è, in paragone a ciò che ci viene dato, sempre poco. Con quel poco dobbiamo
farlo: cioè pregare insistentemente affinché, quando ci verrà indicata la via,
sappiamo assecondare la grazia senza resisterle. Chi va avanti con perseveranza
non potrà dire che i suoi sforzi furono vani. Però non si deve porre una
scadenza al Signore» (Waltrand Herbstrith, Nostalgia della verità, 100 pagine di
Edith Stein, Città Nuova, Roma, 2001, pp. 2 e 3). La preghiera ha forme
diverse. L’ importante è che il nostro incontro con Dio non si interrompa
mai. Nella preghiera
impariamo a distinguere il bene
dal male, il vero dal falso, ciò che conta e ciò che non vale niente, ciò che è veramente bello e ciò che è caricatura e negazione
della bellezza, ciò che è effimero da ciò che rimarrà per tutta l’ eternità.
Nella preghiera il mistero di Dio si fa sempre più presente e il Signore si
rivela a noi e ci parla. Nella preghiera sperimentiamo che la Verità, la bellezza e la Bontà hanno un Volto: quello di
Gesù di Nazareth, l’ unico Redentore dell’ uomo. Come ricordava proprio il Beato Giovanni Paolo II ai
giovani: «E’ con la verità di Gesù, cari giovani, che dovete affrontare i
grandi problemi della vostra vita, come pure i problemi pratici. Il mondo
cercherà di insegnarvi su molte cose importanti: sulla vostra fede, sul piacere
e le cose materiali, sui pericoli della droga. Ad un certo punto le false voci del mondo cercheranno di
sfruttare la vostra umana debolezza dicendovi che la vita per voi non ha alcun
significato. Il frutto più grande nella vostra vita avrà luogo se riusciranno a
strapparvi la speranza. Essi cercheranno di farlo, ma non vi riusciranno, se vi
tenete uniti strettamente a Gesù e nella sua verità. La verità di Gesù è in
grado di rafforzare tutte le vostre energie. Unificherà la vostra vita e
consoliderà il vostro senso di missione.
Potrete sempre essere vulnerabili
agli attacchi che vengono dalle pressioni del mondo, dalle forze del
male, dal potere del diavolo, “Ma sarete invincibili nella speranza: in Cristo Gesù
nostra speranza” (1 Tm 1, 1). Cari giovani: la parola di Gesù, la sua verità e
le sue promesse i realizzazione e di vita sono la risposta della Chiesa alla
cultura della morte, agli assalti
del dubbio e al cancro della disperazione» (Discorso ai giovani, New Orleans,
12 settembre 1987).
3 3. Mi
piace, carissimo don Gino, quando nei tuoi “appunti” sulla “Fraternità” parli
del “Dio Reale”. Sappiamo che il Dio reale è per ogni credente Gesù di
Nazareth, nato da Maria Vergine, vissuto in Palestina, arrestato, condannato e
torturato ai tempi di Ponzio Pilato. Quel Gesù è morto sulla croce. Ma è
risorto. Ed in Lui, come ci ricorda S. Paolo, abita la pienezza della divinità.
Gesù di Nazareth sia sempre al centro della vostra Fraternità. Cercate di
rivivere l’ eccezionale avventura dei primi discepoli di Gesù. Nella fede,
misteriosamente ma realmente, questa storia può essere vissuta di nuovo da
ognuno di noi. E non dimenticate
mai le parole di Gesù Risorto a Tommaso: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!» (Giovanni 20, 29). Il
Signore ci faccia la grazia di essere sempre nel numero di questi “Beati”.
4 4. Carissimo
don Gino e carissimi giovani della Fraternità, è importante non dimenticare mai
il ruolo fondamentale della Parola di Dio nella vita della vostra Fraternità. Un grande teologo del Novecento ha
scritto: « E’ cristiano chi non cerca più salute, salvezza e giustizia in se
stessi, ma solo in Gesù Cristo. Il cristiano sa che la Parola di Dio in Gesù
Cristo lo accusa, anche se non ha alcun sentore di una propria colpa, e che la
Parola in Gesù Cristo lo assolve e lo giustifica, anche se non ha alcun
sentimento di una propria giustizia. Il cristiano non vive più fondandosi su
stesso […] vive interamente nella Parola di Dio pronunciata su di lui, della sottomissione
al giudizio di Dio nella fede» (Dietrich Bonhoeffer, Voglio vivere questi
giorni con voi, Queriniana, Brescia, 2008, p. 211). E sempre lo stesso teologo,
ucciso nel lager per la sua fede in Gesù Cristo, afferma: «Non vi è da stare
tranquilli. Ogni dono, ogni conoscenza che ricevo, mi fa penetrare più
profondamente nella Parola di Dio. Per la Parola di Dio, ho bisogno di tempo,
per comprendere correttamente i comandamenti di Dio, devo spesso riflettere a
lungo sulla Sua Parola. Nulla sarebbe più perverso che quella attività o quella
beatitudine del sentimento che rinuncia al valore della riflessione e della meditazione. Non è nemmeno una
cosa che riguarda soltanto i chiamati, ma ognuno che vuole percorrere le strade
di Dio. Dio esige spesso di agire speditamente, in modo immediato, ma esige
anche il silenzio e la meditazione» (D. Bonhoeffer, op. cit. p. 210).
5 5. Gesù ci
ha detto di essere luce del mondo e sale della Terra. Essere luce e sale in questo nostro mondo ed in questi
nostri giorni non è facile. Ma è possibile. Gesù il Risorto, Colui che ha detto
di se stesso: « Io sono la luce del mondo» ed ha detto anche: «Io sono la Via,
la Verità e la Vita» ci chiede di essere sale e luce per il mondo di oggi, per
gli uomini e le donne di oggi. E lo chiede in particolare ai giovani che hanno
ricevuto il grande dono della fede. Anche a questo proposito è bene ricordare
una bella esortazione ai giovani del Beato Giovanni Paolo II: « Non è facile
oggi essere cristiani! Non è facile per la fede, perché bisogna credere tutto
ciò che Cristo ha rivelato e che la Chiesa insegna con il suo Magistero; non è
facile per la condotta morale, perché bisogna osservare tutti i comandamenti ed
esercitare la carità, e talvolta anche con eroico impegno; non è facile per la
testimonianza che bisogna dare alla società, mentre si è tentati di allinearsi
alla mentalità mondana e terrestre. Ma Maria Santissima ci è Madre, Maestra e
Amica, e ci aiuta nelle nostre difficoltà. Maria ci aiuta ad avere il coraggio
della Fede. Ella, che è vissuta di fede per tutta la sua vita, dall’
Annunciazione al Calvario, da Betlemme a Pentecoste, ci insegna che la volontà
di Dio è proprio la nostra fede in Cristo, nella sua “Parola” incarnata e
sempre presente nella Chiesa» (Discorso ai giovani, Imola [Bologna], 9 maggio
1986).
6 6. Carissimo
don Gino e carissimi giovani, noi sappiamo che la vera fede genera
frutti di buone opere. La fede senza le opere è morta. Il beato Giovanni Paolo
II, a conclusione del Grande Giubileo del 2000 volle inviare a tutta la Chiesa
Cattolica. Una bellissima esortazione. Per essa ricordava che il programma
sempre mitico e sempre nuovo, che anche i cristiani del terzo millennio sono
chiamati ad attuare è sempre uno solo: Gesù Cristo amato e testimoniato. Ma
ricordava sempre che è impegno di tutti i credenti in Cristo riscoprire continuamente la forza
santamente sovversiva della Carità. E soprattutto lasciarsi guidare ogni
momento dalla “fantasia” della carità. La Fraternità deve tenere presente
continuamente questa fantasia della carità, e come il Buon Samaritano deve
essere attenta ad ogni povertà degli uomini e delle donne di oggi. Soprattutto
dei giovani. Anche qui mi piace ricordare ciò che scriveva il teologo martire
che ho già citato: «Non negare un beneficio a chi ne ha bisogno, se è in tuo
potere farlo» [Pr 3, 27]. Che ne ha bisogno? Ciascuno di noi. Chi è chi, avendo
ricevuto da Dio, deve dare? Ciascuno di noi. Non negare, non cercare subito
motivo per rifiutare una richiesta [Pr 3, 28], dare prontamente significa restituire i doni di Dio che sono
riconosciuti non come miei, ma come doni di Dio. Il dono più grande di Dio:
Cristo. Non ti rifiutare. Non rimandare ciò che puoi fare oggi, poiché rendi più
povero il tuo giorno. Domani può essere troppo tardi. Un aiuto è tale quando ce
n’è bisogno, non quando piace a me di offrirlo. Rimandare significa non
prendere sul serio la decisione ultima della morte. Ogni richiesta può essere
la decisione ultima su di noi. Spesso ci giustifichiamo programmando le buone
azioni. Siamo giusti perché siamo pronti a fare bene, ma tutto dipende dal farlo» (Dietrich Bonhoeffer, op.
cit. pag. 259). Al tramonto della nostra vita saremo giudicati sull’ amore
(Matteo 25, 31 46).
7 E
vorrei concludere questi umili pensieri con un invito alla gioia. Oggi il mondo
ha bisogno di cristiani che testimoniano la gioia di chi crede che Cristo è
risorto ed ha vissuto tutte le nostre paure e tutte le nostre tristezze. Gesù ha detto: «Io sono venuto perché abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza». E in un’ altra pagina del Vangelo si leggono queste
altre parole di Gesù: «Vi ho dette queste cose perché la mia gioia sia in voi. E la nostra gioia sia piena».
Auguro alla fraternità che possa portare a tutti, ma particolarmente ai
giovani, la gioia di Cristo risorto. Ai giovani manca il lavoro ed è stato
rubato il futuro. E’ stata rubata la speranza. E con la speranza la gioia!
Possa la Fraternità riportare la gioia vera nel cuore di tanti giovani.
8 Cosa
succederà a questa Fraternità nei giovani che verranno? Il Signore lo sa. Affidiamo
a Lui ogni nostro progetto In particolare questa piccola Fraternità. Ho
iniziato ricordando Edith Stein e chiedendo il suo aiuto voglio concludere con
un suo pensiero: « Non sappiamo e non dobbiamo chiedere prima del tempo dove ci
vuole condurre su questa terra il Figlio di Dio. Sappiamo solo questo: che per
coloro che amano il Signore, tutto si volge al bene. Ed inoltre che le vie del
Signore oltrepassano i confini di questa Terra» (“Nostalgia della verità”, op.
cit. pag. 80).
9 Affidiamo
tutto al Signore. Chiediamo l’ aiuto e la protezione di Maria di Nazareth. Da
Maria impariamo la fede, l’ umiltà, il silenzio, l’ abbandono totale alle mani
di quel Dio, che si è fatto Bambino nel suo seno, e che è il Signore della
storia e dell’ universo. Chiediamo
l’ aiuto di S. Giuseppe, uomo del silenzio e dalla fede incrollabile. Chiediamo
l’ aiuto di tutti i santi e le sante del Cielo.
Il
Signore benedica voi e il vostro progetto.
Prego ogni giorno per voi. E voi
pregate per me.
+ Giuseppe
Molinari
Arcivescovo
Metropolita dell’ Aquila
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