lunedì 24 settembre 2012

"...essa certamente viene da Dio, perciò continuate fiduciosi nel cammino intrapreso..." (Lettera dell'Arcivescovo Giuseppe Molinari alla Fraternità)



L’ Aquila, 9 agosto 2012
Memoria di Santa Teresa Benedetta della Croce

Al reverendissimo
don Luigi Maria Epicoco
Parroco della Parrocchia Universitaria “S. Giuseppe Artigiano”
L’ Aquila



Carissimo don Gino,
ho ricevuto oggi la tua lettera, con la quale mi parli del progetto della “Fraternità”. L’ ho letta attentamente. Poi ho potuto parlare anche con te e mi hai spiegato meglio il “progetto”. Più tardi ho celebrato la S. Messa (questa mattina non avevo celebrato). E mi sono accorto che oggi è la festa di S. Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, nata in una famiglia ebrea a Breslan nel 1891 (ultima di molti fratelli) e morta nella camera a gas di Auschwitz – Birkenau nel 1942. Edith è una personalità affascinante: ebrea e cristiana, filosofa e pedagoga, antesignana di una nuova immagine femminile, intellettuale e carmelitana e oggi venerata nella chiesa dei santi della Chiesa Cattolica. Questa festa di S. Teresa Benedetta della Croce mi sembra un bel “segno” dall’ alto: il primo, piccolo passo di un'approvazione, da parte della Chiesa di questo cammino spirituale, che interessa soprattutto ragazzi e ragazze universitari, si compie proprio nella memoria liturgica di una grande santa moderna, martire, Patrona d’ Europa e grande apostola nel mondo della cultura. Raccomandiamo anche ad Edith, allora, questo piccolo ma affascinante  progetto.
Carissimo don Gino, tu sei venuto a chiedermi un consiglio e una conferma. Ed io, come Pastore di questa Chiesa all’ Aquila, consapevole della grandissima importanza di tutto ciò che si fa per i giovani e, in particolare per i giovani universitari, mi sento di poter dare questi umili e semplici suggerimenti:
1   1. Innanzitutto ringrazio insieme con te il Signore, perché ha ispirato a  te  ad alcuni giovani di iniziare questa esperienza. Essa certamente viene da Dio. Perciò continuate fiduciosi nel cammino intrapreso. E lo Spirito Santo vi illumini sempre di più e vi suggerisca ciò che è più giusto ed utile per voi, che avete già iniziato il cammino, e per quanti in seguito saranno coinvolti in questa bellissima avventura.
2  2. Carissimo don Gino, continua  intanto a pregare (e fai pregare molto i giovani) perché tutto diventi tutto più chiaro e si compia unicamente la volontà di Dio. Mi piace a questo proposito riportare alcuni pensieri di Edith Stein:  «In fondo, ciò che devo dire è sempre una piccola, semplice verità: come imparare a vivere con la mano nella mano del Signore». E ancora: «Dio conduce ciascuno per una via particola: l’ uno arriva più facilmente e più presto alla metà di un altro. Ciò che possiamo fare è, in paragone a ciò che ci viene dato,  sempre poco. Con quel poco dobbiamo farlo: cioè pregare insistentemente affinché, quando ci verrà indicata la via, sappiamo assecondare la grazia senza resisterle. Chi va avanti con perseveranza non potrà dire che i suoi sforzi furono vani. Però non si deve porre una scadenza al Signore» (Waltrand Herbstrith, Nostalgia della verità, 100 pagine di Edith Stein, Città Nuova, Roma, 2001, pp. 2 e 3). La preghiera ha forme diverse. L’ importante è che il nostro incontro con Dio non si interrompa mai.  Nella preghiera impariamo  a distinguere il bene dal male, il vero dal falso, ciò che conta e ciò che non vale niente,  ciò che è veramente bello  e ciò che è caricatura e negazione della bellezza, ciò che è effimero da ciò che rimarrà per tutta l’ eternità. Nella preghiera il mistero di Dio si fa sempre più presente e il Signore si rivela a noi e ci parla. Nella preghiera sperimentiamo  che la Verità, la bellezza  e la Bontà hanno un Volto: quello di Gesù di Nazareth, l’ unico Redentore dell’ uomo.   Come ricordava proprio il Beato Giovanni Paolo II ai giovani: «E’ con la verità di Gesù, cari giovani, che dovete affrontare i grandi problemi della vostra vita, come pure i problemi pratici. Il mondo cercherà di insegnarvi su molte cose importanti: sulla vostra fede, sul piacere e le cose materiali, sui pericoli della droga.  Ad un certo punto le false voci del mondo cercheranno di sfruttare la vostra umana debolezza dicendovi che la vita per voi non ha alcun significato. Il frutto più grande nella vostra vita avrà luogo se riusciranno a strapparvi la speranza. Essi cercheranno di farlo, ma non vi riusciranno, se vi tenete uniti strettamente a Gesù e nella sua verità. La verità di Gesù è in grado di rafforzare tutte le vostre energie. Unificherà la vostra vita e consoliderà il vostro senso di missione.  Potrete sempre essere vulnerabili  agli attacchi che vengono dalle pressioni del mondo, dalle forze del male, dal potere del diavolo, “Ma sarete invincibili nella speranza: in Cristo Gesù nostra speranza” (1 Tm 1, 1). Cari giovani: la parola di Gesù, la sua verità e le sue promesse i realizzazione e di vita sono la risposta della Chiesa alla cultura  della morte, agli assalti del dubbio e al cancro della disperazione» (Discorso ai giovani, New Orleans, 12 settembre 1987).
3  3. Mi piace, carissimo don Gino, quando nei tuoi “appunti” sulla “Fraternità” parli del “Dio Reale”. Sappiamo che il Dio reale è per ogni credente Gesù di Nazareth, nato da Maria Vergine, vissuto in Palestina, arrestato, condannato e torturato ai tempi di Ponzio Pilato. Quel Gesù è morto sulla croce. Ma è risorto. Ed in Lui, come ci ricorda S. Paolo, abita la pienezza della divinità. Gesù di Nazareth sia sempre al centro della vostra Fraternità. Cercate di rivivere l’ eccezionale avventura dei primi discepoli di Gesù. Nella fede, misteriosamente ma realmente, questa storia può essere vissuta di nuovo da ognuno di noi.  E non dimenticate mai le parole di Gesù Risorto a Tommaso: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!» (Giovanni 20, 29). Il Signore ci faccia la grazia di essere sempre nel numero di questi “Beati”.
4   4. Carissimo don Gino e carissimi giovani della Fraternità, è importante non dimenticare mai il ruolo fondamentale della Parola di Dio nella vita della vostra Fraternità.  Un grande teologo del Novecento ha scritto: « E’ cristiano chi non cerca più salute, salvezza e giustizia in se stessi, ma solo in Gesù Cristo. Il cristiano sa che la Parola di Dio in Gesù Cristo lo accusa, anche se non ha alcun sentore di una propria colpa, e che la Parola in Gesù Cristo lo assolve e lo giustifica, anche se non ha alcun sentimento di una propria giustizia. Il cristiano non vive più fondandosi su stesso […] vive interamente nella Parola di Dio pronunciata su di lui, della sottomissione al giudizio di Dio nella fede» (Dietrich Bonhoeffer, Voglio vivere questi giorni con voi, Queriniana, Brescia, 2008, p. 211). E sempre lo stesso teologo, ucciso nel lager per la sua fede in Gesù Cristo, afferma: «Non vi è da stare tranquilli. Ogni dono, ogni conoscenza che ricevo, mi fa penetrare più profondamente nella Parola di Dio. Per la Parola di Dio, ho bisogno di tempo, per comprendere correttamente i comandamenti di Dio, devo spesso riflettere a lungo sulla Sua Parola. Nulla sarebbe più perverso che quella attività o quella beatitudine del sentimento che rinuncia al valore della riflessione  e della meditazione. Non è nemmeno una cosa che riguarda soltanto i chiamati, ma ognuno che vuole percorrere le strade di Dio. Dio esige spesso di agire speditamente, in modo immediato, ma esige anche il silenzio e la meditazione» (D. Bonhoeffer, op. cit. p. 210).
5   5. Gesù ci ha detto di essere luce del mondo e sale della Terra. Essere luce e sale  in questo nostro mondo ed in questi nostri giorni non è facile. Ma è possibile. Gesù il Risorto, Colui che ha detto di se stesso: « Io sono la luce del mondo» ed ha detto anche: «Io sono la Via, la Verità e la Vita» ci chiede di essere sale e luce per il mondo di oggi, per gli uomini e le donne di oggi. E lo chiede in particolare ai giovani che hanno ricevuto il grande dono della fede. Anche a questo proposito è bene ricordare una bella esortazione ai giovani del Beato Giovanni Paolo II: « Non è facile oggi essere cristiani! Non è facile per la fede, perché bisogna credere tutto ciò che Cristo ha rivelato e che la Chiesa insegna con il suo Magistero; non è facile per la condotta morale, perché bisogna osservare tutti i comandamenti ed esercitare la carità, e talvolta anche con eroico impegno; non è facile per la testimonianza che bisogna dare alla società, mentre si è tentati di allinearsi alla mentalità mondana e terrestre. Ma Maria Santissima ci è Madre, Maestra e Amica, e ci aiuta nelle nostre difficoltà. Maria ci aiuta ad avere il coraggio della Fede. Ella, che è vissuta di fede per tutta la sua vita, dall’ Annunciazione al Calvario, da Betlemme a Pentecoste, ci insegna che la volontà di Dio è proprio la nostra fede in Cristo, nella sua “Parola” incarnata e sempre presente nella Chiesa» (Discorso ai giovani, Imola [Bologna], 9 maggio 1986).  
6   6. Carissimo don Gino  e carissimi giovani,  noi sappiamo che la vera fede genera frutti di buone opere. La fede senza le opere è morta. Il beato Giovanni Paolo II, a conclusione del Grande Giubileo del 2000 volle inviare a tutta la Chiesa Cattolica. Una bellissima esortazione. Per essa ricordava che il programma sempre mitico e sempre nuovo, che anche i cristiani del terzo millennio sono chiamati ad attuare è sempre uno solo: Gesù Cristo amato e testimoniato. Ma ricordava sempre che è impegno di tutti i credenti in Cristo  riscoprire continuamente la forza santamente sovversiva della Carità. E soprattutto lasciarsi guidare ogni momento dalla “fantasia” della carità. La Fraternità deve tenere presente continuamente questa fantasia della carità, e come il Buon Samaritano deve essere attenta ad ogni povertà degli uomini e delle donne di oggi. Soprattutto dei giovani. Anche qui mi piace ricordare ciò che scriveva il teologo martire che ho già citato: «Non negare un beneficio a chi ne ha bisogno, se è in tuo potere farlo» [Pr 3, 27]. Che ne ha bisogno? Ciascuno di noi. Chi è chi, avendo ricevuto da Dio, deve dare? Ciascuno di noi. Non negare, non cercare subito motivo per rifiutare una richiesta [Pr 3, 28], dare prontamente significa  restituire i doni di Dio che sono riconosciuti non come miei, ma come doni di Dio. Il dono più grande di Dio: Cristo. Non ti rifiutare. Non rimandare ciò che puoi fare oggi, poiché rendi più povero il tuo giorno. Domani può essere troppo tardi. Un aiuto è tale quando ce n’è bisogno, non quando piace a me di offrirlo. Rimandare significa non prendere sul serio la decisione ultima della morte. Ogni richiesta può essere la decisione ultima su di noi. Spesso ci giustifichiamo programmando le buone azioni. Siamo giusti perché siamo pronti a fare bene, ma tutto dipende  dal farlo» (Dietrich Bonhoeffer, op. cit. pag. 259). Al tramonto della nostra vita saremo giudicati sull’ amore (Matteo 25, 31  46).
7   E vorrei concludere questi umili pensieri con un invito alla gioia. Oggi il mondo ha bisogno di cristiani che testimoniano la gioia di chi crede che Cristo è risorto ed ha vissuto tutte le nostre paure  e tutte le nostre tristezze.  Gesù ha detto: «Io sono venuto perché abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza». E in un’ altra pagina del Vangelo si leggono queste altre parole di Gesù: «Vi ho dette queste cose perché la mia gioia  sia in voi. E la nostra gioia sia piena». Auguro alla fraternità che possa portare a tutti, ma particolarmente ai giovani, la gioia di Cristo risorto. Ai giovani manca il lavoro ed è stato rubato il futuro. E’ stata rubata la speranza. E con la speranza la gioia! Possa la Fraternità riportare la gioia vera nel cuore di tanti giovani.
8   Cosa succederà a questa Fraternità nei giovani che verranno? Il Signore lo sa. Affidiamo a Lui ogni nostro progetto In particolare questa piccola Fraternità. Ho iniziato ricordando Edith Stein e chiedendo il suo aiuto voglio concludere con un suo pensiero: « Non sappiamo e non dobbiamo chiedere prima del tempo dove ci vuole condurre su questa terra il Figlio di Dio. Sappiamo solo questo: che per coloro che amano il Signore, tutto si volge al bene. Ed inoltre che le vie del Signore oltrepassano i confini di questa Terra» (“Nostalgia della verità”, op. cit. pag. 80).
9  Affidiamo tutto al Signore. Chiediamo l’ aiuto e la protezione di Maria di Nazareth. Da Maria impariamo la fede, l’ umiltà, il silenzio, l’ abbandono totale alle mani di quel Dio, che si è fatto Bambino nel suo seno, e che è il Signore della storia e dell’ universo.  Chiediamo l’ aiuto di S. Giuseppe, uomo del silenzio e dalla fede incrollabile. Chiediamo l’ aiuto di tutti i santi e le sante del Cielo.
Il Signore benedica voi e il vostro progetto. 
Prego ogni giorno per voi. E voi pregate per me.


                                                               + Giuseppe Molinari
Arcivescovo Metropolita dell’ Aquila                                               

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